Un pesce fuor d’acqua

Una biologa marina in Trentino
Author

Virginia Iorio

Published

May 21, 2025

Quando ho deciso di lasciare la costa e trasferirmi tra le montagne del Trentino, molti si sono chiesti cosa ci facesse una biologa marina tra camosci e abeti. La verità è che, anche se ho trascorso anni ad ascoltare i suoni del mare e a studiare mammiferi marini come delfini e foche, ciò che mi ha sempre affascinato è il suono degli ecosistemi — ovunque essi si trovino.

Il suono è un linguaggio universale della natura. Nell’oceano, i mammiferi marini lo usano per comunicare, orientarsi, cacciare e socializzare. Nelle foreste alpine, anche se il contesto è completamente diverso, il suono gioca un ruolo altrettanto fondamentale per la vita degli animali. Ascoltare un paesaggio significa entrare in relazione profonda con chi lo abita, cogliere segnali invisibili, e riconoscere l’impatto, spesso silenzioso, delle nostre attività.

Anche se l’ecoacustica è una disciplina relativamente nuova, la sua applicazione negli ambienti marini ha già fatto grandi passi avanti, grazie all’urgenza di comprendere come il traffico navale e l’industria influiscano sugli oceani. In ambiente terrestre, siamo solo agli inizi — ma i principi e i metodi sono sorprendentemente simili. È proprio questa continuità tra mondi apparentemente distanti che mi ha spinta ad accettare la sfida del progetto WildSOUND.

Alla fine, il mio interesse non è mai stato limitato da un confine tra mare e montagna. La mia passione è capire come vivono gli animali, come comunicano, e come possiamo proteggerli in un mondo in continuo cambiamento. Anche se ora sono circondata dalle cime innevate invece che dalle onde, il mio lavoro continua a essere guidato dalla stessa curiosità e dallo stesso desiderio di ascoltare la natura, un suono alla volta.